La Facciata del Santuario della Madonna del Carmelo detta delle galline

La facciata del santuario si sviluppa in verticale e si caratterizza per “un barocco mesto e contrito, tutto stucchi”.

La parte inferiore di essa, dal portale al cornicione, è scandita da colonne e lesene in stucco, terminanti con fastosi capitelli corinzi che poggiano su un alto zoccolo rivestito di lastre di pietra. Nell´interclumnio sono poste due nicchie sormontate da frontoni triangolari addossati. Esse accolgono le statue in stucco della speranza a destra e della Pudicizia a sinistra, in rapporto tematico con la Vergine e il Bambino sul portale centrale, ad indicare un percorso salvifico dove le virtù costituiscono il mezzo per ascendere alla santa Madre, fonte del benessere spirituale. La statua della Pudicizia imita quella in marmo eseguita dopo il 1750 da Antonio Corradini per la cappella napoletana di san severo dei Principi dè Sangro. La particolarità delle statue nelle nicchie si rinnova nel prospetto della chiesa del Corpo di Cristo e in quella medio-settecentesca della chiesa del Carmine, sempre in Pagani. Si tratta di una consuetudine della cultura napoletana già in voga agli inizi del seicento. Il frontone triangolare è affiancato da contrafforti che lo raccordano alla cornice con mensolone e frontone curvilineo addossato. Nel basamento del campanile è inserito il portale d´ingresso della Congreca. All´interno la porta principale del Santuario è preceduta da un vestibolo su cui vi è l´organo con coretto in legno decorato, introdotto nel 1790. Una porta secondaria è aperta a destra dell´ingresso principale, sull´antica via Consolare. Nel secolo scorso questa porta era collocata sul lato nord, nel punto in cui oggi si trova la lapide murata che ricorda l´anno 1954 in cui la chiesa divenne santuario, quando vescovo della diocesi nocerina era monsignor Fortunato Zoppas. Infatti, in quel punto si possono notare due fessure verticali, che arrivano all´altezza della strada, ed una orizzontale.

Accanto alla suddetta porta, sulla destra, vi è un´acquasantiera ai piedi della quale un bassorilievo della Madonna del Carmelo ci ricorda che nel 1621 la prima fabbrica del santuario era già ultimata. L´edificio, a pianta longitudinale con un´unica navata, conserva in larghezza le misure dell´originaria cappella cinquecentesca. Per questo motivo risulta priva di un rapporto organico fra larghezza e lunghezza.

Essa corrisponde all´ampliamento della fabbrica operato agli inizi del 1600, a seguito dell´´aumento della devozione popolare.

Anche la facciata risulta più scenografica grazie all´abbattimento degli edifici antistanti nel corso del XVII secolo, costituendo uno spiazzo che fa risaltare il volume della chiesa

Il Cassettonato del Santuario della Madonna del Carmelo detta delle galline

Il cassettonato ligneo del soffitto del santuario della madonna delle galline ha precedenti illustri a Napoli e in altre chiese della Campania (Santa Maria la Nova, duomo, santissima Annunziata, san Paolo Maggiore a Napoli, san Vito a Marigliano presso Nola, santissima Annunziata a Capua, Collegiata di Solofra..). Eseguito probabilmente durante il restauro della chiesa nel 1712, esso ha subito una serie di interventi nel corso del secolo successivo, dal momento che le tele erano state danneggiate gravemente dall´acido tannico prodottosi al contatto con l´acqua piovana infiltratasi dal tetto, con il conseguente distacco in più parti della pellicola pittorica.

Il soffitto è lungo 81 palmi e largo 27,5, pari a 864 metri quadrati. Il restauro del 1856 progettato dall´architetto Alessandro Baccari costò alla confraternita 2652 ducati. I lavori di riparazione furono sollecitati dal vescovo D´Auria che minacciò di interdire al culto il Santuario, ciò spiega perché la confraternita si sottopose al sacrificio di una così cospicua somma. I lavori di restauro delle tele furono affidati al pittore Luigi Montesano, col quale collaborò un certo pittore Giovanni Pennafilica. Il Montesano è autore della tela che sostituì quella danneggiata dall´umido raffigurante San Francesco di Paola. Una tela di anologo soggetto il Montesano realizzò per la chiesa dell´Annunziatella di salerno, altres ue opera sono conservate al Palazzo Arcivescovile di Salerno e San Giovanni di Dio. L´intervento di restauro effettuato tra il 1995 e il 1998 è stato unicamente di tipo conservativo. Per tale motivo, le tele continuano a presentare lacune di colore.

E´ difficile ricostruire con precisione le origini del cassettonati, del quale esistono riferimenti solo nei documenti ottocenteschi, gli unici conservati nell´archivio della Confraternita e dalla consultazione delle visite pastorali effettuate dai vescovi nocerini fini al 1720 non sono emerse indicazioni riguardo all´opera.

Categorie: Chiese

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