Qualcuno sostiene che la più grande sfortuna che può capitare nella vita è mancare l’incontro con l’altra metà, la cosiddetta “dolce metà”. Incontri. La vita è fatta di incontri. La fortuna, dea bendata, dispensa a taluni – pochi eletti – il dono dell’amore, per molti altri invece c’è solo il miraggio dell’amore. Sul nascere potrebbe anche non notarsi la differenza, è il tempo che la rivela. L’amore è il tema più descritto di sempre. Milioni di pagine e migliaia di libri sono stati scritti e stampati. Miliardi di parole d’amore sono state spese, vendute, sparse nel vento, sussurrate negli orecchi e ogni giorno nuove se ne aggiungono. Finché c’è vita ci sarà amore. Finché c’è amore ci sarà vita. L’amore per la propria città è un amore che nasce quando sei piccolo e identifica le proprie origini, ed è un amore diverso. La tua città è come una mamma dovrebbe avere cura di te crearti un lavoro, un futuro, daqrti la pace il benessere e spesso questo amore è commisto ad odio perché la vorresti diversa, migliore.  Ogni cittadino dovrebbe amare la propria città. Piccola o grande, famosa o sconosciuta, città d’arte o industriale, dovrebbe comunque essere “difesa” da coloro che la abitano e la vivono. Al “forestiero” che si trova a passare tra le sue strade, l’abitante del “borgo” si deve mostrare come colui che la ama, la difende e ne sa apprezzare anche le piccole cose, fonte di emozioni ataviche. deve indirizzare  o accompagnare il visitatore nei luoghi a lui più cari e farne apprezzare anche le bellezze meno evidenti, fatte di luoghi di lavoro artigiano e operaio, luoghi di avvenimenti conosciuti o meno che ne hanno caratterizzato la storia. Colui che ama la propria città, vorrebbe vederla sempre più viva, ricca di energia positiva, di creatività, di cultura, di lavoro, in una sola parola di un grande flusso di idee che la proiettano verso il futuro.

 

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